venerdì 29 aprile 2022

Pomeriggi di primavera

 "Passami a prendere che ho una sorpresa per te, porta un paio di bottiglie d'acqua."

Un tiepido pomeriggio di aprile cominciò così: con una telefonata e la prova di un nuovo slave. 

L'avevo conosciuto ad un evento trampling, pratica che mi diverte sufficientemente da partecipare ad un evento dove si pratica esclusivamente quello, nella saletta fumatori dove mi ero rifugiata in compagnia di due Miss, caso volle entrambe di nome Sara.

Mentre mi godevo chiacchiere e massaggio del mio slave mi accorsi di questo personaggio solo e curioso che ci guardava ed iniziai a conversare, terminando con il rito dello scambio del numero e della promessa che l'avrei contattato.

"Andiamo al parco cagnaccio. Hai la faccia sbattuta, sono certa che un pò d'aria ti farà bene".

Parcheggiato sotto la pineta diligentemente prese l'acqua da me ordinata e ci inoltrammo nello splendido parco appartenuto ai reali non molti decenni avanti.

Ormai erano le 18 passate ed era prevedibile uno spazio non molto frequentato ma il tempo e la luce concedevano svago a bimbi ed anziani quindi ancora qualche persona incontrammo.

"Guarda laggiù che splendido albero, avviciniamoci coglione, godiamo lo spettacolo della natura da vicino".

Avevo intravisto un albero molto particolare, imponente con dei rami ritorti verso il basso a creare,con le fronde, una sorta di ottimo rifugio per i miei divertenti progetti.

Lontano da occhi indiscreti e sufficientemente nascosti dalla scoperta naturale iniziò il mio divertimento. 

"Libera il terreno da rametti e pietre schiavo, apri le bottiglie e versa il contenuto a terra. Lasciane una per dopo."

Con un flebile "Si Padrona" ubbidiente procedette ignaro dei miei piani, povero lui potrei dire ma... non lo farò. Avevo progettato tutto da giorni in realtà, a sua insaputa ovviamente. 

"Bel pantano lurida scrofa, fa caldo non trovi? Rinfrescati un pò: rotolati nel fango e grufola come un maiale".

"Ah ah ah non fare quella faccia, rotolati e grufola. Non me ne frega niente se ti sporchi i pantaloni. Se qualcuno ti vede diremo che sei caduto in fosso. Tanto sei tanto coglione da renderlo credibile. Muoviti non ho tutta la serata".

Iniziò a grufolare e rotolarsi divertito come un piccolo maialino al suo primo bagno. 

"Brava scrofetta. Hai fatto il bagno? Ti è piaciuto? Finalmente sei pulita lercia di una scrofa."

Solo uno sguardo adorante ed un "Si Padrona, grazie Padrona".

"È quasi ora di andare, ho le scarpe sporche. Puliscile bene. No idiota, usa la lingua, così fai anche merenda. Visto come sono buona?"

"Fammi sentire mentre muovi quella lingua idiota di uno schiavo e fai un buon lavoro, voglio specchiarmici quando avrai finito".

L'impegno fu notevole e le scarpe, per quanto possibile, ne uscirono pulite. 

"Meriti un premio, sei stato bravo. Bevi un pò d'acqua adesso. Per mio diletto ti calpesto un pò. Spogliati. Si coglione! Nudo. Sereno nessuno riuscirà a vedere quanto fai schifo nudo. Non c'è più nessuno. "

Appoggiata ad un ramo appoggiai prima un piede e poi l'altro sul suo petto, muovendomi poi alternativamente tra petto, stomaco e inguine non calpestando lo sterno.

"Sei un tappetino resistente schiavo di merda. Bravo. Almeno hai uno scopo nella vita e servi a qualcosa." Scendendo gli ordinai di togliermi lo stivaletto.

"Annusa i piedi odorosi della tua Padrona merda. Annusa bene e...non togliere il calzino. La tua lingua lurida non è degna di leccare i miei piedi. Lo vedo che sei vogliosa troietta. Ti concedo di toccarti e quando avrai finito dovrai spalmare il tuo schifoso seme e impanarti per bene. Muoviti. Ti concedo cinque minuti segaiolo, mi aspettano a cena".

Conquistato eseguì ogni ordine nei tempi stabiliti. Era diventato un tutt'uno con la terra, petto, schiena e sedere totalmente infangati furono una visione celestiale per me.

"Vestiti, il tuo tempo è finito. Mi aspettano a casa".

Tornammo, mi feci riaccompagnare alla porta e come saluto dovette inginocchiarsi e baciarmi i piedi.

"Signora ma Lei qui ci vive, se qualcuno vede?"

"Vedrà un verme che mi bacia le scarpe. Non curarti di questioni non tue. Salutami come si conviene e vattene".

In quel momento un condomino uscì dal portone. 

C'est la vie!






Nessun commento:

Posta un commento